“Angusta è la casa della mia anima perché tu possa entrarvi: allargala dunque; è in rovina: restaurala; alcune cose contiene, che possono offendere la tua vista, lo ammetto e ne sono consapevole: ma chi potrà purificarla, a chi griderò se non a te?”
in: Agostino – Le Confessioni.
Può sembrare strano che leggere quanto scrisse Agostino nel 400 dopo Cristo, al tempo in cui esercitava il suo vescovato in Africa settentrionale, possa essere di una qualche utilità oggi, nel momento in cui un’attualità drammatica ci porta a coltivare pensieri e sentimenti direttamente collegati a quanto accade, impedendoci di abbracciare la nostra realtà comune in tutta la sua grandezza.
Eppure è davvero importante, proprio in questi giorni, riuscire ad affidarci a pensieri meno transitori, che ci spieghino la situazione che stiamo vivendo e ci indichino piuttosto l’origine di certi fatti, che sono forse più preoccupanti dello stesso diffondersi del virus, e che, a maggior ragione, sembrano incontrollabili e potenzialmente pericolosi.
Mi riferisco all’origine dei cattivi sentimenti che vediamo crescere di giorno in giorno intorno a noi, e che si fanno strada nella nostra anima alimentati da certa informazione volutamente divisiva e dunque (anche per questo) menzognera.
Penso alla cosiddetta “caccia all’untore”, incoraggiata purtroppo in vari modi anche a livello istituzionale, allargando il quadro delle fazioni contrapposte e dell’odio generalizzato.
Ebbene perché tutto questo può accadere? Perché in un momento di grave difficoltà come questo non prevalgono sentimenti di unità e fratellanza, come sembrerebbe naturale che fosse?
Una risposta utile ce la dà Agostino, mostrandoci, a modo suo, come, sebbene tutti quanti effettivamente stiano cercando di capire quello che sta succedendo, soltanto pochi riescano a non farsi condizionare dalle notizie diffuse spesso a sproposito, senza dare per scontato ciò che scontato non è affatto.
La verità, ci dice dunque Agostino, risiede già dentro di noi, ed il nostro compito è quello di liberarla, farla tornare alla luce, di resuscitarla con quella magica forza dell’Amore che muove tutto. Che è poi la stessa forza che muove anche coloro che amano la verità a tal punto da crederla cosa propria, e che finiscono per odiare coloro che, ai loro occhi, la mettono in discussione.
Allora è chiaro che il problema non sta nella verità, o nelle tante verità che qualcuno crede possano esistere, ma è dentro di noi. E sta a noi il compito, con l’aiuto del Cielo, di guardarci dentro e mettere ordine, in modo che ciò che deve emergere si mostri, in tutta la sua luce, e che noi lo possiamo, finalmente, riconoscere.
Buona lettura.
“Ma perché la verità genera odio, e l’uomo che predica il vero in tuo nome diventa per loro un nemico, mentre amano pure la felicità, che non è se non il godimento della verità? In realtà l’amore della verità è tale, che quanti amano un oggetto diverso pretendono che l’oggetto del loro amore sia la verità, e poiché detestano di essere ingannati, detestano di essere convinti che s’ingannano. Perciò odiano la verità: per amore di ciò che credono verità. L’amano quando splende, l’odiano quando riprende. Non vogliono essere ingannati e vogliono ingannare, quindi l’amano allorché si rivela, e l’odiano allorché li rivela. Questo il castigo con cui li ripagherà: come non vogliono essere scoperti da lei, lei contro il loro volere scoprirà loro, rimanendo a loro coperta.
Così, così, persino così cieco e debole, volgare e deforme è l’animo umano: vuole rimanere occulto, ma a sé non vuole che rimanga occulto nulla. E viene ripagato con la condizione opposta: non rimane lui occulto alla verità, ma la verità rimane occulta a lui.
Eppure anche in questa condizione infelice preferisce il godimento della verità a quello della menzogna. Dunque sarà felice allorché senza ostacoli né turbamento godrà dell’unica Verità, grazie alla quale sono vere tutte le cose.”
Agostino, Le Confessioni – X,23
NOTE:
1) La citazione in apertura è presente nell’ Invocazione a Dio che Agostino pose all’inizio del suo testo. La frase può essere liberamente utilizzata da ciascuno di noi per rivolgerla, con fiducia, al proprio spirito.
2) L’evidenziazione delle frasi in neretto è nostra, non c’è nel testo.
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