Nei giorni scorsi ho avuto, dopo qualche tempo, l’occasione di tornare a teatro.
Ero stato invitato alla rappresentazione del “Cyrano de Bergerac” messa in scena dagli alunni dell’ ottava classe della scuola steineriana di Reggio Emilia, evento con il quale essi hanno inteso celebrare l’ultimo anno della loro esperienza educativa passata insieme (1).
L’atmosfera che si respirava nel teatro era carica di suggestioni sia perché gli attori, tutti rigorosamente non professionisti, erano alle prese dopo una lunga preparazione con un testo abbastanza impegnativo, sia perché il pubblico, che condivideva con grande partecipazione il desiderio della compagnia di ben figurare, si lasciava volentieri coinvolgere dalle situazioni di scena e dagli imprevisti che colorivano la recitazione.
Ma torniamo al Cyrano ed a ciò che potremmo definire una sua particolare “magìa”.
Quella sua particolare qualità, fatta di situazioni, immagini e sequenze, capace di emozionare anche chi, come me, conosceva già la trama per averla vista rappresentata in diverse forme più di una volta.
Ispirata ad un personaggio seicentesco realmente esistito, la storia narra di un cadetto guascone dal temperamento ribelle ed impulsivo, abilissimo con la spada e capace di valorose imprese.
Appassionato di poesia ed egli stesso scrittore e poeta, Cyrano e` innamorato della bella cugina Rossana, cui però non ardisce dichiararsi sentendosi penalizzato nell’aspetto a causa del suo lunghissimo naso.
Succede quindi che Rossana, innamoratasi a sua volta di un giovane cadetto appena arruolato di nome Cristiano, chiede a Cyrano di proteggerlo in nome della loro antica amicizia.
Colpito ed amareggiato ad un tempo Cyrano accetta, per amore di Rossana, e decide poi di aiutare il giovane Cristiano, di cui riesce ad apprezzare la lealtà, a corteggiare la cugina scrivendo al posto suo lettere e discorsi d’amore, cosa della quale Cristiano, pur bello nell’aspetto fisico, e` totalmente incapace.
Dopo la morte di Cristiano, avvenuta in battaglia, Cyrano continuerà per diversi anni a rendere visita a Rossana, ritiratasi presso un convento, nel tentativo di alleviare il dolore di lei con i suoi versi e le sue poesie.
La commedia termina con la morte di Cyrano, vittima di un incidente presumibilmente causato da uno dei suoi molti nemici, ed e` in questa circostanza, alla presenza di Rossana, che Cyrano rivela di essere stato lui l’autore degli scritti amorosi con cui Cristiano, diversi anni prima, aveva conquistato il cuore e la mano di lei.
Scritto da Edmond Rostand sul finire del XIX secolo, fin dalla prima rappresentazione il Cyrano è stato accolto con grande successo e messo in scena in seguito, nelle sue varie versioni, sui palcoscenici di tutto il mondo.
Proviamo allora a chiederci il motivo di questo successo e le ragioni del fascino che questo personaggio, in cui ciascuno di noi può in qualche modo identificarsi, continua ad esercitare dopo tanto tempo.
Certo è abbastanza facile provare simpatia per questo eroe romantico, innamorato e sfortunato, che viene riconosciuto dall’amata nei suoi meriti quando ormai la sua vita volge al termine. Ma penso che ci sia di più nel messaggio che il Cyrano ci trasmette e che ci tocca in profondità.
Nonostante le vicende drammatiche cui va incontro e l’esito finale del racconto Cyrano è infatti un personaggio soltanto apparentemente tragico.
Soggetto a forti passioni ed esteriormente violento, all’inizio del racconto reagisce con brutalità alle provocazioni e non riesce a darsi pace per il fatto che il suo fisico, rappresentato dal naso, non gli permette di ottenere ciò che desidera, ossia l’amore di Rossana.
Ma egli non e` da solo in quest’avventura. Con lui c’è infatti la poesia, che lo sorregge e lo conforta nei momenti più difficili. Ed e` proprio la pratica di quest’arte della parola che lo aiuta a comprendere il senso vero dei propri sentimenti.
Con essa egli si avvicina alla Verità come ci spiega il fatto che, rileggendo le sue proprie lettere dedicate a Rossana, Cyrano riesce, infine, a commuoversi.
L’arte alimenta e fa crescere la parte più elevata della sua anima, e lo aiuta a trasformare un amore solo passionale e possessivo in amore vero. In quell’amore che cerca a tutti i costi non un bene per sé ma il vero bene, quello per la persona amata.
Cyrano diviene così in grado di aiutare il proprio “rivale” ad avvicinarsi a Rossana trasformando letteralmente il proprio amore da sentimento esclusivo ad un vero e proprio “stato dell’essere”, amoroso appunto nei confronti della vita e del mondo.
La storia di Cyrano ci conquista dunque perché è una storia che parla di noi e del nostro vero destino. Parla di quando riusciremo, fra mille difficoltà, ma con la forza dello Spirito, a liberarci dalle catene dell’egoismo e dal giogo della materia che ci chiude gli orizzonti.
La morte fisica allora non ci farà più tristezza né paura perché sarà diventata a quel punto, per noi, l’inizio di una nuova vita.
Note:
- La compagnia Diciassettepiuno, VIII classe – Scuola Steiner Waldorf Dodecaedro,
“ Edmond Rostand – Cyrano de Bergerac – commedia eroica in cinque atti”.
Regia: Micol Pellegrini e Silvano Gallinari.
Teatro San Prospero, Via Guidelli 5, Reggio Emilia. Domenica 17 – Giovedi 21 aprile 2016.
*) Foto di scena: Federica Troisi